PROTESI DI ANCA: La riabilitazione post intervento
QUANDO ESEGUIRE L’INTERVENTO DI PROTESI D’ANCA?
I pazienti affetti da una patologia all’anca, la quale richiede l’intervento di protesi, si domandano spesso quando è opportuno operarsi.
Molto volte l’artrosi, e le altre malattie degenerative articolari, conducono alla distruzione dell’articolazione e portano alla necessità di intervenire con la sostituzione protesica dell’anca.
Un’operazione ben eseguita permette di riprendere la normale vita di relazione, risolve la sintomatologia dolorosa e permette la ripresa di una discreta attività sportiva.
Come molte delle decisioni che si prendono per i pazienti ortopedici, anche la decisione sul quando operarsi deve essere presa assieme al chirurgo ricordando che le operazioni non sono, nella quasi totalità dei casi, salva-vita, ma che vengono eseguite per migliorare la qualità della stessa.
Questo comporta che il momento giusto per l’intervento è diverso e varia da paziente a paziente. Esistono però diverse considerazioni da fare per scegliere il momento migliore per intraprendere questo intervento:
Dolore: Il dolore conseguente all’usura completa dell’articolazione dell’anca è, quasi sempre, forte, continuo e molto invalidante. Nelle fasi avanzate, i farmaci antinfiammatori e antidolorifici riescono a controllarlo solo parzialmente e, per di più, hanno sempre effetti collaterali anche gravi dato l’uso eccessivo.
Ipotrofiamuscolare: Il dolore porta il paziente ad assumere un modo di camminare che tenta di proteggere l’articolazione da sollecitazioni dolorose. Questo comporta la comparsa di zoppia e la progressiva scomparsa della massa muscolare della coscia e della regione glutea;
Artrosicolonnalombare: La presenza di una artrosi lombare è quindi una buona ragione per anticipare il momento di applicazione della protesi e ripristinare il modo corretto di camminare;
Artrosiancacontrolaterale: La presenza di artrosi anche all’anca “sana” è uno dei parametri più importanti per decidere quando operarsi. Infatti, quando un anca è seriamente danneggiata, l’anca “sana” è costretta a subire un carico aumentato. Se anch’essa è affetta da una forma iniziale di artrosi, una attesa eccessiva rischia di accorciarne la sopravvivenza ed il paziente si troverà sottoposto a due interventi di protesi.
ESERCIZI DI RIABILITAZIONE PER INTERVENTO DI PROTESI D’ANCA: QUALI SONO?
il potenziamento della muscolatura di anca, coscia e ginocchio.
L’inizio della riabilitazione è diverso a seconda del tipo di intervento.
In caso di protesi cementata si può appoggiare il peso del corpo sulla gamba operata (se tollerato), camminando però con l’aiuto di un deambulatore o con due bastoni per il primo mese.
Ora vediamo alcuni esercizi che si possono effettuare già dalla prima settimana:
Rinforzo del quadricipite: Contrazione dei muscoli del quadricipite ponendo una palla morbida sotto il ginocchio e spingendolo verso il basso. Si consiglia di mantenere premuto per 5 secondi.
Rinforzo dei glutei: Contrarre insieme i glutei e contare fino a 5. Questa contrazione dovrebbe provocare un lieve sollevamento delle anche dal lettino.
Sollevamento della gamba distesa: Stendere il ginocchio e sollevare la gamba distesa. Piegare il ginocchio opposto.
Piegamento della caviglia: Piegare ed estendere la caviglia muovendola su e giù.
Estensione del ginocchio: Porre sotto al ginocchio un asciugamano arrotolato. Appoggiare il ginocchio sull’asciugamano. Stendere il ginocchio sollevando la caviglia.
Tutti questi esercizi verranno spiegati e mostrati in modo chiaro e preciso dal fisioterapista che si occuperà della riabilitazione post intervento già dalle prime sedute. Per quanto riguarda la camminata e il carico consentito si terrà fede ai consigli del chirurgo ortopedico in base allo stato di consolidazione della protesi.
Di seguito si faranno esercizi sempre più complessi e a carico crescente, vediamo qualche esempio:
Cyclette con sellino alto;
Esercizio di estensione dell’anca da prono (pancia in giù). Questo serve per rafforzare il grande gluteo e per allungare i flessori dell’anca. Può essere eseguito con il ginocchio flesso per ridurre al minimo l’utilizzo dei muscoli posteriori della coscia.
Esercizi in piedi (appoggiando le mani su un supporto)
Esercizi in abduzione – Spostare la coscia verso l’esterno e ritornare alla posizione iniziale. Attenzione a non portare il ginocchio vicino a quello opposto;
Estensione: Spostare la coscia posteriormente e tornare alla posizione iniziale;
Esercizio per i polpacci: Sollevare il tallone e poi tornare giù.
COSA EVITARE DOPO L’INTERVENTO DI PROTESI D’ANCA: MOVIMENTI DA NON FARE E ACCORGIMENTI
Per i primi 21-25 giorni è necessario evitare alcuni movimenti come la flessione dell’anca maggiore di 90°, in quanto potrebbero favorire la lussazione dell’anca.
Bisogna inoltre adottare alcuni piccoli accorgimenti come:
non utilizzare sedie o poltrone troppo basse,
non accavallare le gambe,
evitare di assumere la medesima posizione per molto tempo,
a letto si raccomanda di non posizionarsi sul fianco operato senza il consenso del chirurgo: bisogna posizionarsi sul lato non operato con un cuscino posto tra le due gambe.
da seduto non piegare la gamba operata oltre i 90° rispetto all’asse verticale del corpo,
tenere le ginocchia più basse delle anche,
quando ci si siede, non tenere le spalle più avanti rispetto alle anche,
evitare di stare seduto sul bordo della sedia, sfruttando invece tutta la superficie del sedile.
È utile allungare in avanti la gamba operata, in modo da non flettere l’articolazione in modo eccessivo.
QUANDO INIZARE LA RIABILITAZIONE E NUMERO DI SEDUTE
La riabilitazione dopo l’intervento di artroprotesi d’anca inizia già dopo 48 ore dall’operazione: in questa fase delicata vengono eseguiti cauti movimenti di flessione ed estensione di ginocchio e caviglia (non in completa autonomia). In seguito, inizia il vero e proprio percorso riabilitativo con la guida del fisioterapista.
Ma quanto dura tale percorso fisioterapico? Non esiste una risposta precisa poiché la durata varia in base al quadro clinico del singolo paziente. In linea generale possiamo dire che il percorso riabilitativo può avere una durata variabile dalle 8 alle 10 settimane, con sedute 2-3 volte a settimana.